domenica 30 ottobre 2011

Improving yourself 2

Sappiamo benissimo che i film non sono mai la stessa cosa del libro. Certo, questo non serve che ve lo dica io. Ma, a essere sincera, questo film mi è piaciuto altrettanto dell'opera da cui è tratto. Si, è vero, sono diversi, certe cose mancano, altre cose le trovi sono nel film ma il senso, il succo, l'idea fondamentale del volume è sempre quella. E devo dire che leggendo il libro non ero andata tanto lontano nel tradurlo in immagini rispetto alla trasposizione stessa. Cioè, quello che voglio dire è che io, al posto del regista, non posso dire che avrei fatto le stesse cose, ma probabilmente ci sarei andata molto vicina. E secondo me risulta molto più gradevole vedere un film (tratto da uno scritto) in cui il regista condivide, seppur inconsapevolmente, le tue idee, piuttosto che un qualsiasi altro.

Comunque, tornando al film in sè. E' del 2010 e la regia è di Ryan Murphy. Il cast: parliamone un attimo per favore. Niente da dire su Julia Roberts, bravissima e anche se ormai ti da sempre una vaga idea di hollywoodiano è riuscita ad apparire una persona normale, semplice, con i suoi interessi e una sua personalità per niente da diva. Oltre a lei però ci sono due attori che, beh, sono tutto dire. Uno è Javier Bardem (vi ho già detto come la penso no?) che a mio parere è veramente un figo e con l'accento portoghese è proprio al limite dell'adorazione. L'altro è l'altrettanto figo (o forse anche di più: che dipenda dalla giovane età? ;D ) James Franco. Ovvio che non ho niente da dire sul fisico. Come attore non è tra i miei preferiti, bravo per carità, ma mi da l'idea di essere come un po' ancora "acerbo" nella recitazione. Sarà una mia impressione. 

La trama è quella del libro in  pratica, anche se approfondito in maniera leggermente diversa; si torna sempre al discorso iniziale. Il trailer è molto carino, da un idea abbastanza chiara di ciò che è il film e di cosa parla. Ve lo potete guardare qui in inglese e in italiano... non, non ve lo posto perchè per le immagini è uguale e penso che vi faccia bene provare ad ascoltarlo. 

PS: Se proprio non resistete... eccolo qui, il trailer in italiano (ma non ho controllato bene l'audio perciò non posso promettere che sia quello giusto).

sabato 29 ottobre 2011

Improving yourself

Copertina originale (io ho le foto del film D: )

No, neanche questo rende in italiano. Si, sono le stesse identiche tre parole tradotte esattamente in italiano ma continuo a pensare che Eat Pray Love sia sempre più bello. Credo che tutti ne abbiate sentito parlare. Il film è uscito in primavera 2011 ma forse non tutti sanno che è perfettamente basato su un meraviglioso libro - memoir scritto sa Elizabeth Gilbert. In pratica, significa che è una specie di sua autobiografia e quasi un diario di viaggio: un viaggio non solo in senso fisico spostandosi per un anno in tre paesi diversi, ma anche spirituale. Conclusosi il suo divorzio in maniera piuttosto burrascosa l'autrice parte alla ricerca di se stessa e di ciò che le manca, guarendo la mente attraverso la cura di stomaco, spirito e, infine, cuore. 108 capitoli o, come li chiama lei, racconti, come le palline di un japa mala indiano (il "papà" del rosario cristiano), divisi nei tre grandi libri che compongono il volume. Una specie di corda che ci guida per non rischiare di smarrire la via e distogliere lo sguardo dalla meta.

Italy, stomach
36 preziosi mini - capitoli raccontano l'Italia di tutti i giorni ma anche quella dei turisti, tra Roma e dintorni fino a Napoli, Firenze e Venezia. Primo passo verso la guarigione, cominciando prima di tutto a vivere in pace con il proprio corpo e assecondando quei piccoli piaceri che il cibo può dare: una pizza, un gelato (predilezione dell'autrice), un bicchiere di vino o un espresso al volo. Oltre ad assecondare le sue inclinazioni: studia l'italiano per pura, semplice e unica gioia personale, soddisfatta del risultato e innamorandosi della lingua alla prima parola.

India, soul
Si passa all'India. 36 racconti narrati sottovoce nel silenzio di un Ashram, parlando di destino, liberazione dello spirito e della mente. Meditazione terapeutica e riflessioni di Liz a proposito di matrimoni combinati e divorzi laceranti. Un nuovo amico la aiuterà nel percorso che si è scelta: Richard dal Texas. Il primo che riuscirà a farle vedere tutto ha un senso e c'è sempre qualcosa di buono.

Indonesia, heart
Ultimi 36 deliziosi capitoli alla ricerca del proprio essere, dell'equilibrio, della propria strada e del perchè siamo qui. La guarigione si avvia alla fine, sia dal punto di vista fisico che mentale: chi l'aiuterà in questi due campi saranno Wayan, una guaritrice, e Ketut, una specie di sciamano. Infine, qui, riuscirà a trovare anche l'amore e a fidarsi ancora degli altri e ad essere felice.

martedì 18 ottobre 2011

Il mio nome è Jones, Bridget Jones

Sono già a metà strada. Ho scritto giusto il nome "Bridget" (non riesco mai a scriverlo bene al primo colpo, sono dislessica?) :D
Avrete certamente capito di chi sto parlando, no? Copio pari passo (anche se dovrei dire "cito") direttamente dalla copertina libro:
"La single più famosa del mondo" (Gioia)  
                   e
"Il cult book per le single del Terzo Millennio " (Elle)
Insomma, Miss Jones è la trentenne single che rivive un po' in tutte noi, che abbiamo più di trent'anni o meno. E' un diario della vita di una come tante, una come noi, che ha ei pensieri che, se non sono i nostri ci vanno molto vicino. A mio parere il romanzo è molto più spassoso del film anche se bisogna dire che Colin Firth e Hugh Grant non sono proprio da buttar via e che Renée Zellweger ci sta a pennello nel ruolo di Bridget.

Comunque ho scelto questo argomento proprio oggi per ben 2 motivi:
  1. ho appena riletto il libro: fatelo, leggetelo, io mi sento partecipe in una maniera mostruosamente disumana, mi aspetto in un qualsiasi momenti che Bridget mi telefoni in lacrime (e sinceramente mi sono ritrovata a pensare che sabato volevo uscire con lei)
  2. ieri su un giornale (che ora non ricordo) ho letto una notizia: pare che Colin Firth stia (o stia per) girare il terzo film della fortunata serie, anche se non so se sia vero e se il cast sarà sempre lo stesso. 
A proposito del film però ho i miei riguradi. Il primo era ben fatto, bravi gli attori, però, ovviamente, non era il libro. Il secondo mi ha un po' deluso. Non ho ancora letto il libro però il secondo episodio non regge il confronto con il primo. No davvero. E il terzo, beh, non so veramente come sarà e non so neanche se avrò voglia di vederlo. E' un po' come con Babbo Natale. E' bellissimo che crederci ma è ancor più orribile quando ti dicono che non esiste, strappandoti dal mondo di ovatta dell'infanzia per sempre. Anche se solo un personaggio inventato credo sia un po' l'emblema di tutte coloro che hanno dei problemi con la loro vita sentimentale. Tutte pensano: -se ce l'ha fatta Bridget ce la posso fare anch'io- ed è come la penso pure io. Il problema si pone nel momento in cui ti accorgi che lei faceva un poi' parte della tua vita, era il tuo appoggio, il tuo sostegno morale. Se dovessi vederla nel terzo film veleggiare avvolta in chilometri di tulle tipo bomboniera/meringa penso piangerei ma non di gioia per le, bensì di tristezza perchè mi sembrerà di perdere un'amica (piangerò anche di orrore: odio gli abiti da sposa formato cumulo di panna montata). A questo punto, che fare?



venerdì 14 ottobre 2011

Simon's Cat

Non so che altro titolo dare a questo post. Anzi, non posso dargli un altro titolo. Quando hai detto Simon's Cat hai detto tutto. O almeno, per questa svitata è così. :)  


Simon's Cat (ovvero, il gatto di Simon) è un personaggio partorito dalla mente geniale di un tipo che si chiama, guarda caso, Simon Tofield. 
Mr Tofield è disegnatore e, osservando i suoi suoi gatti, ha inventato questo animaletto (che si chiama Simon's Cat, non c'è nulla da fare) che ne combina di tutti i colori. Ha iniziato (credo) nel 2008 con una serie di video pubblicati sul suo canale di YouTube (gente, robe da 27 milioni di visualizzazioni, non bruscolini, andate a vedere i suoi video) e continua tutt'ora a deliziare il suo folto gruppo di fan e ammiratori. Tra l'altro pubblica anche su carta le sue vignette inedite e non, anzi, in questo periodo dovrebbe essere cominciato il lancio del terzo libro, se non sbaglio. Ha ben 485mila e oltre fan su Facebook, oltre ad avere un suo sito aggiornato con gli ultimi video e collegato con il suo shop online in cui potete acquistare magliette, tazze, accessori per i vostri gatti, calendari cartoline e... beh, insomma, un sacco di altre cose carinissime. 

Comunque, la cosa più particolare dei suoi disegni e, che più mi ha colpito, è che tutto quello che succede i gatti lo fanno veramente. I gesti, le pose, i movimenti sono gli stessi che vedo nella mia gatta. Io muoio dal ridere ogni volta che lo vedo proprio perchè, pur essendo in cartone animato, mi da comunque l'idea di avere davanti un gatto vero.
Dateci un occhiata se volete ridere un po' e credo che lo amerete subito, fin dal primo momento.

Warner Bros.® presents...

Avete presente i cartoni animati della Warner Bros.? Tipo, per dirne uno (a caso), Wile Coyote e Beep Beep. O Silvestro e Titti (Tweety). O chissà quanti altri che ora non mi vengono in mente. Chi non li ha visti almeno una volta? 

Avrete notato  certamente che spesso, nel tentativo di catturare le loro prede o di difendersi, i protagonisti usano alcuni prodotti e oggetti, tutti provenienti dalla stessa ditta, famosa quanto i personaggi che ne fanno uso.
Questa fantomatica azienda è il laboratorio ACME (conosciuto anche  solo come ACME), acronimo di A Company Making Everything, "una compagnia che produce qualsiasi
cosa". Io ho sempre deisderato di poter avere anche solo una cosa proveniente da questa fantastica fabbrica, pur sapendo benissimo che non esisteva realmente. Fosse pure un razzo, dei petardi, un missile, un barattolo di olio o di colla, o anche solo una cassa vuota.

Tutto questo per dirvi cosa? Beh, che ieri sono stata in libreria (non avevo più nulla da leggere) e zigzagando tra gli scaffali sono finita nel reparto fumetti. Oltre ad un altro meraviglioso libro (di cui parlerò domani) che è già sulla mia wishlist, ho trovato una cosa così stupenda che non sapevo nemmeno potesse esistere. Giuro che quando l'ho visto
ho pensato: -Qualcuno mi ascolta-. Nascosto dietro ad un espositore, che, se non fosse che stavo cercando Charlie Brown, non avrei mai spostato, c'era lui: il signor Catalogo ACME. Meraviglia dei miei occhi, è uno dei libri illustrati (è un catalogo, è ovvio che è fatto di figure) per non-bambini più belli che abbia mai visto. Con quei suoi fantastici disegni così retrò, così anni '50.
E la cosa più bella è proprio il fatto di essere fatto esattamente come un catalogo. Ogni pagina è dedicata ad un prodotto, con la sua bella illustrazione, il nome, la descrizione e, in basso, una tabellina con le misure e le quantità del prodotti e i costi e i tempi di spedizione. Tutto rigorosamente in dollari. Ora, è la prima volta che lo faccio in maniera così agressiva ma consentitemelo. Compratelo. Sono tra i 13,50 euro meglio spesi della mia vita. Ho riso fino alle lacrime e da ieri non smetto di sfogliarlo in continuazione. E' veramente bello, ne vale la pena e se non lo trovate in libreria ordinatelo. 

PS: da notare la scritta in basso a sinistra: "estendiamo la soglia del dolore da oltre 60 anni!"

PPS: si, lo so, ultimamente sono un po' troppo fissata con i p, cercherò di darci un taglio. Ciao cari!

martedì 11 ottobre 2011

Hynkelino!

Credo che tutti abbiano già sentito parlare almeno una volta di Charlie Chaplin. Chi non conosce il suo Charlot che, con bombetta e bastone, se ne andava con la sua andatura dondolante per la città, facendo innamorare tutte le giovani che incontrava e bevendo come una spugna, pronto ad attaccar briga con chiunque?

Io adoro un suo sorriso furbetto e tutti i suoi gesti e modi di fare, ognuno attento a provocare immediatamente una risata. 

La passione per Charlie Chaplin l'ho sempre avuta ma quest'estate ho avuto l'occasione di vedere alcuni dei suoi film restaurati e ho deciso che avrei fatto qualsiasi cosa per avere tutti i suoi film. Al momento dell'acquisto mi sono accorta che un suo film lo avevo già (non chiedetemi perchè, non sono nemmeno sicura che sia mio) ed era Il grande dittatore (ma quanto non è bello scrivere il titolo originale? The Great Dictator. Sentite come suona bene?). E' probabile che ne abbiate almeno sentito parlare. E' famoso soprattutto per questa scena, in cui il protagonista (che ora vi dirò) gioca con un pallone/mondo, coccolandolo come se fosse il suo "bambino".

Questo film è del 1940 ed è una pura presa in giro del governo nazista. Charlie Chaplin interpreta sia un barbiere ebreo sia un fantomatico dittatore, Hynkel. Mentre il primo è costretto a cercare di "combattere" contro per non venire arrestato o impiccato, il secondo continua ad invadere gli stati intorno al suo stato, la Tomania. Finchè un giorno, questi due personaggi, così simili, finiranno per essere scambiati tra loro e a capo del governo nazista finirà proprio il barbiere ebreo che, al momento del discorso decisivo, finirà per rinnegare tutto ciò che la sua "copia" aveva portato a termine con tanto fervore. 
Qui c'è il discorso finale scritto e in video in italiano e in inglese
Io adoro questo film. Il dittatore è fantastico ed ironico e il suo alleato, Bonito Napaloni, è esilarante. 
E' un film che consiglio a chiunque. Come qualsiasi altro film di Charlie Chaplin. E ricordate, come sta scritto all'inizio nei titoli di testa:
Qualsiasi somiglianza tra il dittatore Hynkel e il barbiere ebreo è puramente casuale.

lunedì 10 ottobre 2011

Life is the ultimate work of art

Non ne sono sicura. Credo sia una citazione di Woody Allen e se così fosse farebbe esattamente al caso mio. Avete presente chi è, vero? Non fatemi spiegare ciò che è ovvio. Woody Allen è chiaramente tra i miei registi preferiti, altrimenti non sarei qui a parlarne. Conosco varie persone che dicono di non capirlo, che non fa assolutamente ridere e che sia un imbecille. Si sbagliano. Non lascio spazio a critiche, aggiunte o spiegazioni. Si sbagliano e basta. Woody Allen, nonostante abbia lo stesso nome dei wurstel, è un genio. Non "secondo me". E' un genio e questo deve essere chiaro a tutti. E' un dato di fatto.

Messo in chiaro questo punto (è una delle certezze su cui si basa la mia vita) passiamo all'argomento di oggi. Che è ovviamente un film di Woody Allen altrimenti che ci stava a fare questa premessa vagamente minacciosa? :) Il film è uno degli ultimi (2008) ed è Vicky Cristina Barcelona. Il cast comprende Javier Bardem - quel figaccione- (nel ruolo di Juan Antonio), Penélope Cruz (Marìa Elena), Rebecca Hall (Cristina) e Scarlett Johansson (Vicky). Queste ultime due, americane, amiche da tempi immemori (per me) se ne vanno in vacanza per un mese a Barcellona, presso la zia di Cristina. Qui si innamorano dell'affascinante pittore Juan Antonio che le invita per un week end a Oviedo.

Vorrei invitarvi tutte e due a venire con me a Oviedo. Mangiamo bene, beviamo e facciamo l'amore.


 Se all'inizio Cristina si dimostra contraria, alla fine, anche se solo per una volta, cederà alle lusinghe del pittore. Vicky invece, viene coinvolta in un ménage a trois con Juan Antonio e la sua ex moglie, Marìa Elena, e si rivelerà essere il collante tra due amanti così opposti. La fine arriva per tutti. Cristina si sposa e si arrende ad una vita monotona e insignificante e Vicky decide di partire alla ricerca di se stessa, pur sapendo che il suo cuore rimarrà sempre con i suoi due compagni.



 Io ho un po' pianto alla fine del film. Ma ve lo consiglio. Di tutto cuore. Vi farà innamorare di voi stessi.

PS: Je suis tombée amoureuse de ça! Ici la bande son (soundtack) de Vicky Cristina Barcelona!

domenica 9 ottobre 2011

Go to Tiffany's. Calms me down right away.

Chi sa di cosa scrivo oggi alzi la mano. Spero ci sia una selva di arti in aria :)

 
Oggi è il giorno di Colazione da Tiffany (che io ancora preferisco scrivere Breakfast at Tiffany's perchè è il titolo originale ed è più bello e... un sacco di altre cose). E' un film un po' speciale per me. C'è la ragazza che cerca di sfondare a New York. Ma non è la solita svampita che vuole solo diventare ricca per compare bei vestiti e gioielli. E' una ragazza che fa questo solo per poter creare un mondo perfetto in cui vivere con suo fratello Fred. Adora Tiffany ma non per i gioielli in se ma per la sensazione che prova nel trascorrere il suo tempo all'interno del negozio. Una sensazione di pace la pervade e chi guarda il film e lei può quasi sentirsi alla stessa maniera. Leggeri. Puri. Preziosi a propria volta come se fossimo gioielli. Fluttuiamo nel negozio come esseri soprannaturali, seguendo lei, la dolce Audrey Hepburn. Chi non l'adora?
E poi c'è il giovane George Peppard, il futuro colonnello Hannibal della famosa serie A-Team (che a mio parere era molto molto carino da giovane... un po' meno con i capelli bianchi), che fa lo scrittore serio ma che nel frattempo fa il mantenuto. Le loro vite cambieranno per sempre grazie al loro incontro e questo film è una delle storie d'amore più romantiche che io abbia mai visto. Inutile dire che ho pianto. Anche stavolta.


PS: per gli Audrey Hepburn maniaci come me ho trovato un sito molto bello (è in inglese però) con un sacco di materiale interessante sulla nostra beniamina: citazioni sue, battute storiche di alcuni suoi film, foto e molto altro ancora!  Si chiama A Tribute to Audrey Hepburn. Merita veramente di darci un occhiata! Fateci un salto, mi raccomando!


venerdì 7 ottobre 2011

Have you ever heard about...?

...The importance of being earnest? Ovvio, non sto parlando di comportamento ma della commedia del celeberrimo (e ahimè, abusato) Oscar Wilde. Che nella sua vita non ha solo scritto Dorian Gray e pronunciato eccellenti aforismi. La sua opera é molto più vasta: un'enorme raccolta di poemi, alcuni racconti, tragedie e commedie. Tutte caratterizzate ovviamente dalla sua arguzia e brillantezza. Tra le commedie quella più famosa e che io amo é appunto The importance of being earnest. C'é un motivo per cui continuo a scriverne il titolo in inglese. Infatti, il caro Oscar ha inserito un fantastico doppiosenso: earnest in inglese vuol dire "onesto" ed é allo stesso tempo molto simile al nome Ernest. Questo gioco di parole ovviamente in italiano non rende se traduciamo earnest con Ernesto. Di conseguenza alcuni traduttori concordano nel tradurlo con Onesto, di significato più simile all'originale. Ora, in tutta sincerità, sto ancora cercando la copia in inglese ma al momento mi accontento de l'importanza di essere Onesto. Che leggo e rileggo cercando di figurarmi gli attori sul palco, improvvisandomi regista e immaginando come rendere tutte le sensazioni che mi ha provocato la prima lettura. Tutta l'ipocrisia e la stupidità delle ladies altezzose e altere dietro i loro ventagli, giovani vedove, ricche ereditiere, acide zitelle e fresche sposine, che discutono di frivolezze e pettegolezzi, mentre gli uomini fumano a parte. Come rendere tutto ciò e molto altro?
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