venerdì 4 febbraio 2011

Jeux prestigieux

Dopo la mia fase "leggiamo-i-racconti-sulla-Shoah" sono passata (non si sa come, non c'è un nesso tra le due cose a parte l'epoca storica) ad una sfrenata passione per Agatha Christie. E ho scoperto numerose cose sul suo conto che me l'hanno fatta amare non solo come autrice ma anche come persona. Io mi affeziono con poco ;). Intanto, non tutti sanno che la regina del giallo non ha scritto solo di Hercule Poirot (è il più conosciuto), ma anche di Miss Marple, la coppia Tommy and Tuppence, Parker Pyne e ultimi la coppia Quin and Sattertwaithe. I miei preferiti restano però Poirot (a parer mio, anche se pignolo, è meraviglioso; guardo sempre i suoi film) e Miss Marple (quell'amabile vecchietta). Pian pianino ho cominciato la mia collezione fino ad avere tutti i romanzi dei miei prediletti.
Di recente, questa mia "fissa" per Mrs. Christie è tornata (con mio grande piacere) e ho ricominciato a leggere le sue opere. La prima è stata (come forse avrete capito) Miss Marple: Giochi di prestigio. Il titolo originale ve lo metto perchè sapete che io ho le mie "attrazioni fatali" (dicesi "fisime") per i titoli in lingua originale: They do it with mirrors. Comunque sia, il libro mi è piaciuto molto, come la prima volta, anche se sapevo già l'assassino. Stranamente, al momento non mi viene in mente un libro della Christie in cui l'assassino sia il classico maggiordomo. Io non scrivo niente sulla trama (sveleri l'assassino subito con i miei commenti), per cui, se non sapete se vi potrebbe interessare, qui c'è un ottimo riassunto che riesce a lasciare il lettore all'oscuro di tutto. Dono del cielo!

PS: esiste un libro Creme e crimini che raccoglie tutte le ricette di Agatha Christie e che da anche interessanti informazioni sulle sue opere e la sua vita. Se vi capita sott'occhio in libreria non lasciatevelo scappare perchè ne vale veramente la pena. Dovete A S S O L U T A M E N T E provare la Delizia mortale! 'Notte...

giovedì 3 febbraio 2011

Appelsinpiken

Come promesso, oggi scrivo della Ragazza delle Arance di Jostein Gaarder (tesoro!). Io adoro questo libro (per chi non l'avesse capito) e anche questo autore (anche questo probabilmente non era chiaro XD). Mi piace molto perchè è dolce, carino, delicato, come un  po' tutti i suoi romanzi. La copertina è molto bella; io sono fissata con le copertine dei libri, se l'immagine non mi piace io quel volume non lo leggo... lo so, sono un po' superficiale però devo dire che non sono un tipo difficile a riguardo.

Paul Cézanne, Natura morta con Mele e Arance,
1899, Musée d'Orsay

In breve è la storia di un ragazzo, di 14 anni mi sembra, che ritrova una lettera a lui rivolta scrittagli dal padre 10 anni prima, poco prima di morire. In questa lettera è raccontata una storia d'amore, due giovani che si incontrano e si innamorano. Detto così è un classico... Come è pure (quasi) ovvio che alla fine i due sono i genitori di questo ragazzo. E' molto semplice come storia, facile da seguire. E' anche "sugosa" e "aranciosa" (conierei proprio in questo momento un aggettivo atto allo scopo usando la mia parola preferita: "appelsinpikenoso").


Pur nella sua semplicità (ragazzo trova lettera, ragazzo incontra ragazza) devo dire, anche a rischio di usare parole desuete, che è incantevole. Non sto scherzando. Ci resti intrappolato per pagine e pagine senza smettere di leggere. Alla fine poi ho pianto, come al solito (io piango sempre) e quando piango è sempre un libro che vale la pena di vedere;) ve lo assicuro!

mercoledì 2 febbraio 2011

Post-ino

Beh, mi scuso tantissimo per la mia prolungata assenza ma a volte si ha così tante cose da fare che è impossibile tenere testa e tutte...
Comunque oggi un piccolo post (non perchè sia di fretta, cioè, un po' si, ma non è questo il punto...) sul 27 gennaio. Non tutti sanno che il 27 gennaio è la giornata della memoria (si, è vero, non ne sono tutti a conoscenza). Questa data ricorda il giorno in cui sono stati per così dire "aperti" i cancelli di Auschwitz (27 gennaio 1945) ed è un simbolo della liberazione dei lager e dei campi di concentramento. Questa festa è stata istituita solo nel 2000 ma è ormai comune nelle scuole svolgere attività di vario tipo nell'ambito appunto di questa festività. Io, qualche anno fa, sono passata attraverso la fase "scopriamo-tutto-riguardo-i-campi-di-concentramento-attraverso-i-racconti-dei-sopravvissuti" e ho letto molti dei romanzi scritti da ex prigionieri. Tra questi c'era anche il Bambino con il pigiama a righe di John Boyne, che ancora non era né famoso come lo è oggi, né un film. E' un libro bellissimo e ho pianto come una fontana, mentre la trasposizione vorrei vederla ma alla fine evito perchè deve essere ancora più triste del romanzo stesso. Comunque, non era di questo che volevo parlare.
L'argomento di oggi (sii concisa, per favore) riguarda si la Shoah ma è un film che mi è piaciuto tantissimo sia la prima che tutte le altre volte che l'ho visto e che non c'entra molto con Il bambino con il pigiama a righe. Il titolo è Train de vie - un treno per vivere. Sans commentaire la pseudo traduzione (che mi ha sempre un po' orripilato), posso dire che è uno dei miei film preferiti, nonostante il tema trattato, proprio per la maniera in cui la Shoah è "dipinta". Non è la "solita" deportazione (se mi permettete questa licenza, le deportazioni non sono cose normali), con descrizione della vita nel campo e magari relativa morte del personaggio. Racconta le vite degli abitanti di un villaggio che mettono tutto in gioco per salvarsi e seguendo le idee di un presunto pazzo costruisce un treno per partire alla volta della Palestina. E' perfino divertente in certi punti, non è assolutamente pesante. Ovvio che non ha tutti può piacere questo tipo di rappresentazione. L'unico problema sta nel finale. A mio parere non ha una sola interpretazione. O forse è quello che io preferisco credere. Ma non importa. Il the end come al solito non ve lo racconto perchè i film si scoprono da soli. Vedremo come la penserete. Io, l'unica cosa che vi dico, è che adoro gli shtetl e i loro abitanti e se vedrete il film capirete perchè.

 
E mi raccomando, per quanto bello possa essere, niente paragoni con "La vita è bella". Sono fatti in maniera completamente diversa e un confronto tra due capolavori è una cosa pressocché inutile.